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ARCHIVIO ARTICOLI  |  Cominciamo a camminare sulla strada della prevenzione di Francesco Bove 

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Una delle parole più ricorrenti nei programmi di politica sanitaria è prevenzione. Una premessa necessaria per la tutela di quella salute che dovrebbe esserci garantita dalla nostra Costituzione e per la quale vale il famoso motto prevenire è meglio che curare. Ma le cose non sempre stanno così. La prevenzione ha funzionato in molti casi, in molti altri no. E' stata fondamentale quando si è trattato di prevenire la poliomelite attraverso le vaccinazioni. Non possiamo dimenticare le grandi campagne di prevenzione per il tumore al seno con l'autopalpazione e per il tumore all'utero con il pap-test. Questi due esempi bastano a testimoniare come l'opera di divulgazione sia determinante per sconfiggere le malattie. L'elemento fondamentale alla base del successo in queste battaglie, lo dimostrano i fatti, è la volontà della gente, destinataria del messaggio, di comprendere ed assimilare le ragioni per le quali è bene fare determinate scelte e assumere comportamenti consapevoli nell'interesse personale e collettivo. Perché tanti giovani non mettono il casco quando vanno in motorino? Perché la maggior parte degli automobilisti non usa la cintura di sicurezza? Non sono anche questi gesti di prevenzione? Perché la divulgazione non ha funzionato? Evidentemente il messaggio non è stato di effetto e non ha raggiunto il destinatario, che puntualmente disattende le norme prescritte. L'osteoporosi, è noto, provoca dolori, fratture, deformità; costa allo Stato e ai cittadini fior di miliardi, produce invalidi e relega molti anziani un ruolo marginale nella società. Ma si può combattere, conoscendola, ed è ciò che sta facendo l'AILA, portando avanti i suoi programmi. Il Convegno nazionale di Roma ne è stata una riprova. Sfruttando i mezzi e le tecnologie a disposizione della Scienza, attraverso un'indagine demoscopica e clinica, l'AILA ha individuato le linee di comunicazione attraverso le quali far giungere il messaggio a destinazione. E' nato il libro sull'osteoporosi e i fattori a rischio. Si è aperto un dibattito interessante politico, socio-economico, medico-scientifico. Il successo decretato dagli organi di informazione ci incoraggia a proseguire su questa strada che vede protagonista la gente. Per questo siamo fermamente convinti che per prevenire è necessario sensibilizzare e informare.