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ARCHIVIO ARTICOLI | Un sistema non invasivo consente di risolvere molti tipi di ernia discale di Marco Mazzucca

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La colonna vertebrale ha lo scopo di sostenere e ammortizzare il carico della testa e del torace, degli eventuali sovraccarichi esterni e quelli provenienti dall’impatto dei piedi col suolo, protegge il midollo spinale che si estende dalla base del cervello fino alle vertebre lombari, dal quale si diramano i fasci nervosi che raggiungono gli altri organi del corpo. Ciò che tiene unite le vertebre e` il disco intervetebrale e, insieme alle vertebre stesse, costituisce un’ articolazione che agisce da cuscinetto ammortizzatore. La rachialgia, il dolore fisso in un qualsiasi punto della colonna vertebrale, detta “mal di schiena”, e` un sintomo diffuso nella popolazione adulta dei paesi industrializzati. Le stime variano, ma e` sicuramente noto che incide e grava sull’ attività lavorativa e sui costi sociali. Le lesioni al rachide si creano a chi si occupa di lavori manuali che comportano sollevamenti pesanti, ma anche la prolungata stazione seduta, come la guida su lunghe distanze e condizioni particolari come la gravidanza, l’altezza, l’obesità, il fumo, la dismetria degli arti inferiori, sono causa di forti dolori. Valutando i fattori di rischio, notiamo che e` un tipo di patologia che può colpire chiunque; chi di noi infatti, almeno una volta nella vita, non ha dovuto subire quel dolore che ci inattiva e rende impossibile anche una comune mansione? Un dolore dovuto, come abbiamo detto, a un’ eccessiva tensione muscolare, derivante da stress fisico e psicologico, tale da creare una compressione continua della colonna vertebrale. La postura e l’attività fisica non corretta possono provocare un trauma da sovraccarico, che crea una soluzione di continuo sul disco intervertebrale,  compromettendone progressivamente il ricambio nutrizionale, determinando cosi` un assottigliamento per disidratazione. L’assottigliarsi dei dischi provoca una sofferenza cronica. La pressione sul tessuto nervoso causato da una protrusione discale o da un’ernia del disco (ossia la fuoriuscita del nucleo polposo presente al centro del disco verso il midollo spinale o verso le radici nervose) può determinare la classica sintomatologia dolorosa e parestetica della “rachialgia”. In questi casi non sempre è necessario l’intervento chirurgico. Le patologie più frequenti causa del “mal di schiena” sono: le malformazioni del rachide (spesso congenite), la diminuzione dello spazio discale (molto spesso a seguito di un evento traumatico), l’artrosi. Per la cura immediata, in caso di persistenza di forte dolore anche sotto uso di farmaci, la medicina ha adottato una soluzione  pratica e innovativa: il dekompressor, un apparecchio motorizzato, che attraverso un ago provvisto di una spirale, avvolge il tessuto discale e asportandolo provoca una decompressione che va ad agire direttamente sul problema. La discectomia cutanea lombare percutanea (DLP) con Dekompressor e` stata  presentata all’ INI (Istituto Neurotraumatologico Italiano) di Grottaferrata durante un convegno dove, per punti, sono state analizzate le procedure su di un campione di 60 pazienti. Si e` parlato  della semplicità dell’ intervento, dell’ immediata risoluzione, ma anche dei fattori di rischio e delle controindicazioni in casi di degenerazione da mancato intervento: tumori, ernie espulse, artrosi di grado elevato e ancora discectomia a cielo aperto, stenosi vertebrale. Con poche applicazioni, un’ anestesia locale,  il paziente può  decomprimere il disco e liberare il tessuto nervoso responsabile del mal di schiena, dopo soltanto tre mesi dall’ intervento lo stato di benessere e il grado di soddisfazione risultano ottimi. Per evitare traumi alla colonna vertebrale, esistono esercizi di decompressione discale simili allo stretching che con movimenti di allungamento aiutano il nostro corpo a prevenire dolori muscolari e articolari. Come infatti posture e movimenti errati causano dolore, cosi` il movimento corretto e` fondamentale nella prevenzione. Abituare il nostro corpo a muoversi stimola più velocemente i processi di recupero e aiuta psicologicamente e fisicamente a sopportare meglio il dolore. Esercizi antalgici che combattono il dolore sono soprattutto la regolarità e continuità nel tempo di buone e sane abitudini: fare le scale a piedi, evitare di stare seduti per troppo tempo, camminare il più possibile, rinunciare se si può all’ uso dell’ auto e dei piccoli elettrodomestici e soprattutto ricordarsi che il nostro corpo con poche attenzioni può regalarci grandi soddisfazioni.