ARCHIVIO ARTICOLI | Una Tradizione dell'antica Roma
___________________________________________________________________________
Vasche, portici, statue, fontane e piscine riservate, per le abluzioni del re, degli uomini e delle donne. Così Platone, nel V secolo, descrive le terme di Atlantide, il mitico continente scomparso nell'oceano, regalandoci la più antica descrizione di impianti termali utilizzati per cura e diletto.
Fin dagli inizi della sua storia l'uomo ha scoperto l'effetto benefico delle acque termali, cercando di sfruttarlo in diversi modi. Il leggendario Dedalo, padre sfortunato di un figlio ambizioso e architetto del celebre labirinto cretese, sarebbe stato l'inventore della sauna. In fuga dall'isola di Minosse, avrebbe realizzato il suo prototipo in una caverna nei pressi di Selinunte, in Sicilia, ricavando dalla pietra alcuni sedili e sfruttando i vapori che si sviluppavano dalla terra e dalle acque calde.
Nel mondo greco l'impianto termale è spesso inserito nei ginnasi, come "bagno di pulizia" dopo l'esercizio fisico.
Si pensa che per i primi bagni di vapore, l'ambiente venisse surriscaldato con grandi bracieri di metallo incandescente o pietre roventi. Solo nel II secolo a.C. fu adottato, a Olimpia, il "bagno a ipocausto": una sorta di impianto di riscaldamento sotterraneo, realizzato sotto il pavimento della stanza, "sospeso" su pilastrini in mattone. Nei bagni pubblici, uno staff di servitori riscuoteva il biglietto d'ingresso e si occupava del cliente fornendogli olii e detergenti, acqua pulita e, volendo, un servizio di massaggi.
Anche gli Etruschi conoscevano e sfruttavano le sorgenti termali, ma è nel mondo romano che le terme raggiunsero il loro massimo splendore. Il popolo dell'Urbe rivoluzionò metodi e tecniche, realizzando impianti che restano pietre miliari nell'edilizia antica. Di solito, la successione degli ambienti seguiva un percorso logico: dall'apodyterium (spogliatoio) si passava al calidarium (una stanza riscaldata, per il bagno caldo), per trasferirsi poi nel tepidarium e infine nel frigidarium.
Lo storico Plinio il Vecchio riferisce che questo ambiente, riservato al bagno freddo, non serviva solo a sciacquarsi dopo aver sudato, ma anche a fortificare il corpo. Al centro del frigidarium c'era una vasca con dei gradini, che permetteva di immergersi direttamente. Nei complessi termali romani non poteva mancare la piscina per il nuoto e il laconicum, un ambiente attiguo al tepidarium e riservato alla sauna. Spesso, in una sala attigua, si effettuavano massaggi rilassanti con olii e balsami.
Un vero paradiso, per i cittadini dell'antica Roma che, uomini o donne, poveri o ricchi, trovavano un'oasi per ritemprare le membra e ristorare gli animi dopo il negotium, gli affari quotidiani.