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ARCHIVIO ARTICOLI | Il Termalismo

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Nessun Paese del mondo ha una ricchezza di Terme come l'Italia, anche se spesso il nostro Paese tende a sottovalutare tale immenso patrimonio che la natura ci ha regalato.

Per quanto riguarda la storia e la cultura del territorio, fin dall'antichità, le Terme rappresentano uno dei fattori di valutazione sociale e di costume: basti pensare alle "Thermae" e ai "Balnea" degli antichi romani, centri di vita sociale e ludica, fino ad arrivare ai giorni nostri con centri termali di prevenzione, cura e riabilitazione, passando attraverso il Termalismo d'elite del primo Novecento o a quello sociale del dopoguerra.

Le Terme da sempre sono state fortemente legate al contesto ambientale nel quale sono inserite, che lo hanno caratterizzato sia per il piano urbanistico sia socio-economico. Hanno inoltre creato, nel tempo, un patrimonio immobiliare di grande rilievo, sia dal punto di vista storico sia architettonico e monumentale.

Le industrie termali costituiscono un'importante componente dell'intera economia italiana. Tali componenti sono talora così determinanti in alcune specifiche aree; così da costituire l'unica risorsa esistente nel territorio.

Le Aziende termali italiane sono rappresentate dalla Federterme (Federazione Italiana delle Industrie Termali e delle Acque Minerali Curative) che fondata nel 1919, è tra le Associazioni che hanno dato vita, quali soci fondatori, alla Confindustria. Essa aderisce alla FEMTEC - Federazione Mondiale del Termalismo e del Climatismo. Le cure termali per la loro efficacia terapeutica e per la loro duttilità di impiego costituiscono strumento, ordinario ed indispensabile, a disposizione della Sanità Pubblica per il mantenimento ed il ripristino dello stato di benessere psicofisico dei cittadini, con una limitata incidenza sulla spesa sanitaria del Paese, costituendo così un rimedio, a costi contenuti e ad effetto prolungato, per una pluralità di patologie croniche diffuse nella popolazione (artroreumatiche, asmatiche, ecc.) i cui pesanti riflessi in termini di oneri sociali risultano evidenti.

Da alcuni anni accanto al Termalismo terapeutico, che utilizza le proprietà curative delle acque minerali, è sorta ed ha preso impulso una nuova pratica salutistica che spesso giovandosi delle originali naturalità dei trattamenti, ha portato le Aziende del settore ad ampliare e completare la propria offerta (fitness, remise en forme, etc).

Ciò all'insegna di un più compiuto concetto di benessere che consente di affermare che un periodo trascorso alle Terme può essere determinante per recuperare l'equilibrio psico-fisico compromesso dalle condizioni di vita stressanti e per restituire all'individuo la forma migliore per la vita sociale e di relazione.

IL TERMALISMO TERAPEUTICO

In questi ultimi anni le cosiddette "cure termali" sono state oggetto di critiche e, seguendo l'indirizzo di certa letteratura anglosassone, è stata persino messa in discussione la loro efficacia terapeutica.

Nel 1996, sulla base di precise indicazioni del Ministero della Sanità, sempre sensibile ai problemi del Termalismo, è stato avviato da parte degli stabilimenti termali, coordinati dalla Federterme, uno studio di tipo clinico-epidemiologico (progetto "Naiade") tendente a valutare scientificamente l'efficacia delle cure termali e il loro rapporto costo-benefici. Si è trattato di uno studio importantissimo, di enormi dimensioni, che ha riguardato circa 50.000 pazienti, affetti da diverse patologie tra quelle previste nel D. M., 15-12-94 ma di cui la parte più rilevante ovviamente riguardava le malattie reumatiche. Dallo studio possibile evidenziare i seguenti risultati:
Riduzione del consumo dei farmaci; delle assenze dal lavoro; dei giorni di malattia quando questa, comunque, si presentava; della frequenza e dell'intensità delle recidive; dei giorni di ricovero; del ricorso a visite specialistiche.
La "Commissione Tenme" del Ministero della Sanità, di cui lo scrivente fa parte, ha esaminato i voluminosi dossier, riconoscendo in definitiva che i risultati delle ricerche consentono di dare una solida base scientifica a quanto è noto peraltro da millenni circa l'efficacia terapeutica delle cure termali e il vantaggioso rapporto costo-benefici.

A questo proposito è bene riaffermare che il Termalismo in generale non può prescindere dall'aspetto curativo, oltre ovviamente a non sottovalutare il settore turistico, ricettivo, ambientalistico e di valorizzazione delle risorse naturali dei territori termali. E ciò in quanto l'aspetto curativo rappresenta da sempre la base del Termalismo.

Già la legge 833/78, istituita dal Servizio Sanitario Nazionale, parlando espressamente di "Termalismo terapeutico" si occupava proprio di questo aspetto fondamentale del Termalismo. Ma dopo un lungo periodo di incertezze, di critiche e di difficoltà, anche finanziarie, che hanno caratterizzato il periodo successivo all'istituzione del S.S.N., dopo un lunghissimo iter parlamentare (On. Cacciari), una nuova legge, questa volta "specifica" per il termalismo, ha avuto finalmente la luce. Trattasi di una legge molto importante, storica, voluta dallo Stato e dal Termalismo italiano.

Essa non è una legge di parte, voluta cioè da una lobby di imprenditori, ma una scelta di campo e di qualità per il potenziamento e la valorizzazione del patrimonio termale del nostro Paese. La legge 24 Ottobre 2000, n° 323, dal titolo "Riordino del settore termale", fa finalmente giustizia dei denigratori del termalismo terapeutico e porta al settore termale importanti innovazioni. Anzitutto, riconferma l'inserimento delle cure nelle prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale. L'art. 4, Comma 1, recita: "Con decreto del Ministro della Sanità....sono individuate le patologie per il cui trattamento è assicurata l'erogazione delle cure termali a carico del S.S.N.". Il Ministro della Sanità con proprio decreto del 2/03/2001 ha per il momento prorogato la validità dell'elenco delle patologie per le quali è assicurata l'erogazione delle cure termali a carico del S.S.N., indicato nel decreto del Ministro della Sanità del 15/12/1994. Tale proroga varrà, al massimo, fino al 31/12/2005, dentro la quale data dovrà essere fatta una nuova revisione.

Attualmente l'elenco delle patologie è il seguente:
Malattie reumatiche: osteoartrosi ed altre forme degenerative.
Malattie delle vie respiratorie: sindromi rinosinusitiche bronchiali croniche; bronchiti croniche semplici o accompagnate a componente ostruttiva (con esclusione dell'asma e dell'enfisema avanzato, complicato da insufficienza respiratoria grave o da cuore polmonare cronico).
Malattie dermatologiche: psoriasi (esclusa la forma pustolosa, eritrodermica); eczema e dermatite atopica (escluse le forme acute vescicolari ed essudative); dermatite seborroica ricorrente.
Malattie ginecologiche: sclerosi dolorosa del connettivo pelvico di natura cicatriziale e involutiva; leucorrea persistente da vaginiti croniche aspecifiche o distrofiche.
Malattie otorinolaringoiatriche: rinopatia vasomotoria; faringolaringiti croniche; sinusiti croniche; stenosi tubariche; otiti croniche..
Malattie dell'apparato urinario: calcolosi delle vie urinarie e sue recidive.
Malattie vascolari: postumi di flebopatie di tipo cronico.
Malattie dell'apparato gastroenterico: dispepsia di origine gastroenterica e biliare; sindrome dell'intestino irritabile nella varietà con stipsi.

Rispetto all'attività "terapeutica", prevista dalla L. 833/78, nella nuova legge c'è stato un ampliamento alle fasi della "prevenzione" e della "riabilitazione" delle malattie. Sono state inoltre poste importanti premesse per lo sviluppo scientifico del Termalismo: v. art. 6 sulla ricerca scientifica (questo articolo è strettamente collegato con la necessità della revisione dell'elenco delle patologie, di cui si è parlato), art. 7 sulle scuole di specializzazione in "Medicina Termale"