ARCHIVIO ARTICOLI | Sedentarietà, fumo e alcool Ecco l' identikit del "tarlo"
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Menopausa, magrezza, sedentarietà, fumo, alcool, casi in famiglia. Soni i fattori di rischio che provocano e accelerano l'insorgere dell'osteoporosi, malattia tipica dell'invecchiamento, che colpisce una donna su tre in menopausa e tre quarti delle settantenni. L' "Identikit" del soggetto a rischio osteoporosi è stato tracciato nello studio AILA-UNICAB nel corso del Convegno, pubblicato nel libro sponsorizzato dalla BNC. Mille le donne con più di 45 anni d'età visitate (e presenti al CNR il 26/11) dai medici dell' AILA (Barbara Riosa, Antonio Stamegna, Fabio Volpato) su cui è stata rilevata una correlazione tra età e patologia. "Dalla ricerca risulta che mediamente fino ai 58 anni le persone esaminate possono essere considerate sane, all'età di 62 anni si manifesta la fase 'a rischio osteoporosi' e dopo i 68,4 anni si passa alla 'patologia in atto'", ha detto durante la sessione scientifica Nicola Brunetti, coordinatore dell'indagine demoscopica e fra gli autori del libro. Stretto anche il rapporto fra magrezza e osteoporosi. Le donne sottopeso hanno mostrato una maggiore incidenza della malattia. Claudio Tubili, nutrizionista, ha sottolineato l'importanza di una corretta alimentazione, ricca di latte, formaggi, ma anche di verdure. Decisiva contro la malattia l'attività fisica; la probabilità di essere colpiti dall'osteoporosi aumenta del 30% in chi è più pigro rispetto a chi invece fa regolarmente ginnastica, cammina o nuota. Federico Cattani, dirigente medico-legale dell'INPS, per la prevenzione ha proposto anche una strutturazione ergonomica del posto di lavoro, una maggiore educazione della popolazione sull'igiene di vita e la creazione di una banca dati sulle invalidità. Se inoltre si hanno parenti affetti dalla malattia, il rischio di ammalarsi aumenta del 35%. L'incidenza, infine, è 1,5 volte maggiore nelle donne con nessuna o una sola gravidanza che non hanno allattato, o che lo hanno fatto per meno di tre mesi. Ermelando V. Cosmi, ginecologo, ha parlato della terapia sostitutiva con estrogeni nelle donne in menopausa; Giovanni Spera e Silvia Migliaccio, endocrinologi, hanno sottolineato l'importanza della terapia farmacologica con il raloxifene, "che senza avere gli effetti talvolta nocivi degli estrogeni ha tutti quelli positivi nel contrastare il depauperamento del calcio nelle ossa. Potrebbe addirittura aiutare nella prevenzione del tumore al seno." Il Presidente del Comitato scientifico AILA, nelle conclusioni del convegno, ha illustrato la possibilità di intervenire chirurgicamenteanche sulle fratture provocate dall'osteoporosi grazie alle nuove microprotesi a spugna metallica che fanno sì che l'osso ricresca, fissandosicosì biologicamente all'impianto.