ARTROSI
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Ogni giorno, nello svolgere le normali attività quotidiane, tutti noi compiamo una serie infinita di gesti e movimenti del tutto naturali e automatici. Quando saliamo le scale, o ci pieghiamo per raccogliere un oggetto, il nostro corpo cambia posizione per assumere, di volta in volta, quella più idonea all'obiettivo da raggiungere.
Dietro la meccanicità dei movimenti, che a noi sembra quasi banale tanto è scontata, in realtà si celano complicati meccanismi i quali, per funzionare, esigono la piena efficienza di tutti gli - ingranaggi -. Un'attività semplice come camminare può diventare un problema se, ad esempio, le superfici articolari si consumano e nello stesso tempo si deformano, rendendo il movimento difficile e doloroso.
E' chiaro che in una società moderna, dinamica e sempre più esigente come quella odierna, problemi di questo genere limitano la persona sino a farne un vero e proprio invalido. Il numero di coloro che soffrono di questi disturbi va progressivamente aumentando.
Si calcola che ogni anno negli USA debbano ricorrere a soluzioni di tipo chirurgico per l'anca circa 250.000 persone, in Italia 40.000. Molti, talvolta giovanissimi, sono vittime di incidenti stradali o sportivi cui conseguono traumi gravi alle articolazioni. Ma a determinare la diminuzione o addirittura la perdita completa della funzionalità di un'articolazione sono soprattutto malattie congenite o gravi e diffuse come l'artrosi. L'artrosi, etichettata comunemente come - acciacco - che si accompagna all'invecchiamento, è in realtà una vera e propria malattia. E' di fatto la più importante causa di sofferenza di tutto l'apparato muscolo - scheletrico che porta a danni irreversibili e invalidanti.
Essa è la più diffusa tra le malattie reumatiche ( 63,5% dell'intera patologia reumatica ), le quali colpiscono l'1% dei giovani sino a 18 anni, il l'8% dei soggetti in età lavorativa ( da 19 a 60 anni) e circa l'80% degli anziani.
L'artrosi è causa della degenerazione della cartilagine articolare (uno speciale tessuto che protegge le superfici articolari) e dell'osso stesso. L'articolazione diventa progressivamente inadatta al ruolo che deve svolgere: la capsula che l'avvolge diventa rigida, e la membrana interna si infiamma a causa dei microscopici frammenti di cartilagine e osso che si staccano continuamente. Compaiono quindi dolore e rigidità che a lungo andare limitano i movimenti e, nei casi più gravi, determinano la perdita completa della funzionalità dell'articolazione. Quelle più colpite sono l'anca, il ginocchio, la colonna vertebrale, la dita delle mani, il polso, il gomito, le spalle e perfino il pollice.
Tale patologia progressiva comporta l'assunzione di farmaci e la necessità di sedute di fisioterapia, che spesso agiscono solo per dare un sollievo momentaneo, senza rimuovere la
causa e quindi senza garantire il recupero funzionale.
Quando le cure farmacologiche e fisioterapiche non sono più efficaci, per eliminare il dolore, che spesso diventa insopportabile, e per superare le difficoltà motorie, nei casi più gravi bisogna ricorrere a terapie chirurgiche. Per le articolazioni di primaria importanza, come l'anca e il ginocchio, dopo la valutazione di eventuali soluzioni alternative come sinoviectomie, artrocleaning, osteotomie, ecc., si ricorre all'intervento di protesizzazione.